« Fortunatamente ci siamo trovati di fronte a un'autorità giudicante che, nonostante la quantità di stupefacente fosse particolarmente corposa, si è posto il dubbio sulla reale consapevolezza del nostro assistito » , spiegano i suoi legali, gli avvocati Lorenzo Ferrari e Lorenzo Castiglioni. E infatti per i gip, proprio « la consapevolezza della presenza » della droga in auto «appare incompatibile con l'atteggiamento complessivo » avuto dall'uomo.
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